Nastratura torrente Astico

Ormai divenuto appuntamento fisso del mese di ottobre, in compagnia degli amici del Fly Angling Club Vicenza, anche quest'anno è stata fatta la nastratura delle zone nokill e trofeo dell'Astico.

P.S. non lasciatevi ingannare dal panino in primo piano, abbiamo anche lavorato!












Serata con Ospite



Martedì 29 settembre 2015 alle ore 21,00
sarà nostro gradito ospite presso la sede del club, Giorgio Bertoldi della ditta OZOL.
Ci parlerà di WADERS e fornirà nozioni tecniche su questo capo di abbigliamento di fondamentale importanza per noi pam, presentando, in anteprima la produzione della sua nuova linea di waders in microfibra traspirante  distribuiti con il marchio BARNES.
Per chi non lo conoscesse, OZOL è l’unico laboratorio produttore di waders in Italia, producendo in passato per famosi marchi di pesca a mosca italiani (Alpifly, Fisher-Motion, Sir Francis). 
Un valido esempio di capacità e creatività made in Italy.  Vi aspettiamo numerosi per una serata che già si presenta molto interessante.


Nuova legge regionale sulla Pesca

Dal 01 Giugno 2015 è entrata in vigore la nuova Legge Regionale n°9 del 11 maggio 2015. Questa legge sostanzialmente è un insieme di modifiche alla legge 19/1998 con lo scopo di adeguare le norme in essere alle esigenze dei pescatori dilettantistico-sportivi e per infondere una maggiore sensibilità alla tutela degli ambienti acquatici e delle specie autoctone a rischio di rarefazione.
Oltre a sintetizzare le varie norme, nella relazione del consigliere Gianpiero Possamai (noto politico cacciatore e pescatore) si sottolinea l'importanza di rafforzare il ruolo delle associazioni di pesca nella programmazione, gestione e controllo delle acque, il tutto nell'ottica della sussidiarietà.
<< La sussidiarietà può essere definita come quel principio regolatore per cui se un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito, l'ente superiore non deve intervenire, ma può eventualmente sostenerne l'azione >>, in parole povere se lavori bene e con un'adeguata programmazione, otterrai il mio totale appoggio, che non vuol dire "non me ne frega niente" ma bensì sono soddisfatto del tuo operato, mi fido.
Quindi più libertà e finalmente più indipendenza, diventare un valido aiuto alla sorveglianza, educare le giovani leve al rispetto delle regole.
Vengono usati termini come: zone di tutela,  protezione del patrimonio ittico,  sensibilità alla tutela degli ambienti acquatici e delle specie autoctone a rischio di rarefazione !!!
Ora chiudiamo gli occhi e immaginiamo i componenti di quel determinato bacino di pesca che pianificano il programma delle semine per il 2016 e associamoli ai termini sopra usati.
Io non ho potuto che fare un sorriso, non di gioia però ma sarcastico purtroppo.  Per gli uomini di buona volontà, quì sopra c'è la sezione dedicata.




Martedì 9 Giugno alle ore 21.00 ci farà visita al club, Loris Zecchinello, fresco vincitore della gara di costruzione " TROFEO TIEMCO " di Riva del Garda.

Ennesima centralina


Rendiamo nota un'iniziativa del Bacino Acque Fiume Brenta "Petizione NO alla centrale idroelettrica privata vicino al Ponte degli Alpini senza informare i cittadini", andate al link di seguito, leggete e firmate.
http://www.petizionepubblica.it/?pi=Bassano

AVVENIMENTO IMPORTANTE

E' fondamentale essere numerosi, come segnalato nel fondo del volantino sono bene accetti tutti i pescatori a mosca che desiderassero partecipare alla serata.




Il rilascio corretto

Negli ultimi anni sentiamo molto parlare di catch & release, no-kill, prelievo nullo e chi più ne ha, ne metta. La pratica del no-kill è una sorta di filosofia di pesca responsabile ed essendo una libera scelta del pescatore si presuppone che i pesci che vengono rilasciati sopravvivano.
Un rilascio corretto è fondamentale per evitare la morte postuma del pesce a causa di danni dovuti alla sua cattura e cattiva manipolazione ed ha successo con minimo o nessun danno per il pesce.
Questa pratica, fortunatamente è in costante aumento, anche se di frequente le procedure risultano essere poco corrette.

Bella fario catturata e rilasciata da Silvano.
Mi è capitato di pescare in un laghetto ben popolato di trote, dove vigeva l'obbligo del no-kill, l'unica regola era : amo senza ardiglione oppure con ardiglione schiacciato, punto e stop, ma con  il passare del tempo mi sono reso conto che questa semplice regola non era sufficiente ma doveva essere considerata solamente un punto di partenza.
Una domenica mattina me ne vado a pescare, vedo un pescatore a qualche metro da me che aggancia un bel pesce, combatte per una decina di minuti, lo trascina sulla sponda del lago per poi afferrarlo saldamente con un pezzo di stoffa, slamatura, foto di rito e via in acqua. Nonostante i buoni propositi, quella trota con molte probabilità è morta.
Una grossa trota che combatte e si stressa per 10 o 15 minuti accumula una quantità molto elevata di acido lattico che la porta all'impossibilità di muoversi agevolmente e quindi di ritornare a nuotare normalmente ed ecco perchè è importante recuperarla il più velocemente possibile ma se abbiamo un tippet dello 0,10 questo non è possibile, quindi usiamo terminali adeguati alla taglia del pesce che supponiamo essere presente.
Trascinando un pesce lungo la riva di un lago o in altri casi spiaggiandolo sul greto del torrente, possiamo ferirlo ai fianchi, procurandogli abrasioni e piccole ferite invisibili ai nostri occhi ma che si possono facilmente infettare successivamente e causarne la morte.
La pelle dei pesci è delicata e per questo ricoperta di muco che la impermeabilizza, svolgendo una funzione protettiva verso gli agenti patogeni, cioè qualsiasi cosa in grado di provocare una malattia, presenti nell'ambiente in cui vive.
Se andiamo ad agguantarlo con uno straccio asciutto toglieremo gran parte di questa sua importante arma di difesa, esponendolo quasi certamente a una patologia futura. Durante le operazioni di slamatura, bagniamo per alcuni secondi la mano che useremo per sorreggerlo, rammentando che la temperatura dell'acqua è molto bassa e entrando in contatto con la nostra mano che misura 37° subirà uno shock termico notevole, trasmettendogli la sensazione di una forte bruciatura. 
Cerchiato di rosso, il cuore.
Raramente fotografo le mie catture, se sono di buona taglia cerco di farlo il più velocemente possibile così da non manipolarle eccessivamente e non esporle per un tempo elevato all'aria fuori dall’acqua.
Immergendole nuovamente, se non mi sembrano in forma le aiuto spostandole per la coda avanti e indietro in acqua fino a che i movimenti delle branchie tornano normali e sono in grado di mantenere l'equilibrio e poter darsela a gambe velocemente.
Se sorreggo una trota che sia per una foto o semplicemente per rigettarla in acqua non devo mai tralasciare un cosa molto importante; tra le due pinne pettorali al suo interno, molto vicino alla pelle si trova il cuore, quindi se vado a stringere forte con le dita in quel punto sicuramente provocherò danni che possono essere immediati o manifestarsi successivamente al rilascio, causando la morte postuma del pesce
Queste regole molto semplici sono d'obbligo se vogliamo rilasciare correttamente le nostre catture con un quasi nullo rischio di morte, osserviamole e impegnamoci a trasmetterle a chi non le conosce o non le pratica, perchè chi inganna un pesce con una mosca artificiale è un gran pescatore, ma chi poi lo rilascia sano e salvo è un fenomeno!



Cinquant'anni di pesca a mosca


Ieri sera, dopo un brindisi in sede per festeggiare il compleanno, lo splendido ragazzo di 80 anni della foto qui sotto, ci ha invitati per il bicchiere della staffa nella sua dimora. Sorseggiando un bicchiere di prosecco e gustando una fetta di sopressa abbiamo rievocato i ricordi degli inizi.

A metà degli anni 60 durante una pescata nel fiume Bacchiglione, Bruno incontra papà e figlio che pescano con queste attrezzature bizzarre ma affascinanti e dopo qualche ricerca, si iscrive ad un corso di lancio dei Lenzatori Berici di Vicenza.
A quei tempi internet non esisteva, i libri scarseggiavano e i negozi di pesca molte volte non sapevano nemmeno cosa fosse questa tecnica, " forse inventata dagli inglesi, mah e chi lo sa". 
Oggi abbiamo a disposizione una moltitudine di fonti dove reperire informazioni e materiali per dar sfogo alla nostra passione, ma allora era complicato, si era costretti ad imparare o da chi già la conosceva e fosse disposto ad insegnarla, oppure con tanto olio di gomito.
Dopo aver passato anni a lanciare affinando la tecnica e costruire valanghe di mosche, era giunto il momento di dispensare il sapere anche agli altri e fu così che all'inizio degli anni novanta contagiò molti dei soci fondatori del Fly Club Alto Vicentino, tenendo corsi di lancio nell'allora club di pesca di Villaverla Vicentina, fino a contribuire attivamente alla nascita del Fly Club.
Sempre disponibile a scambiare una parola o a condividere qualche esperienza, oggi a ottant'anni compiuti ci ha rivelato che quest'inverno ha costruito più di duecento mosche " sapete, qualche mosca è per me poi molte le regalo agli amici " in modo da essere pronto per l'apertura.

Bruno, noi ti auguriamo di cuore tanta salute e molte altre aperture.

I tuoi amici del Fly Club Alto Vicentino


Parete della stanza dove si facevano molte riunioni del Club


Corsi 2014/15